Nell’ultimo tutorial WeCa abbiamo visto come la trasformazione digitale stia ridefinendo il nostro rapporto con la tecnologia a una velocità senza precedenti. Ormai l’Intelligenza Artificiale è una presenza costante nella vita quotidiana. La sfida – soprattutto in famiglia – non è fermare questo cambiamento, ma educare le nuove generazioni a un uso consapevole e costruttivo delle possibilità offerte da queste nuove tecnologie.
Ci eravamo lasciati con la promessa di tre consigli pratici su come gestire l’Intelligenza artificiale in Famiglia. Eccoli qui!
Imporre limiti rigidi non è la soluzione. Suggeriamo, invece, di creare insieme ai vostri figli una routine giornaliera che includa momenti di utilizzo costruttivo della tecnologia. Per esempio, potete stabilire che dopo i compiti ci sia una sorta di “Genius Hour” un’ora dedicata ad attività che stimolino la curiosità, la creatività e l’esplorazione del mondo attraverso gli strumenti digitali. L’Intelligenza artificiale può diventare uno strumento straordinario per stimolare la creatività dei nostri figli.
Se mostrano interesse per il disegno, possono esplorare strumenti di Intelligenza artificiale generativa per creare illustrazioni originali.
Se amano la musica, esistono applicazioni che li aiutano a comporre melodie o a imparare uno strumento. L’importante è guidarli a utilizzare questi strumenti come supporti alla loro creatività, non come sostituti.
Create spazi e momenti liberi dalla tecnologia. La cena, per esempio, può diventare un momento privilegiato di conversazione familiare, dove tutti i dispositivi restano in un’altra stanza. Non presentatelo come una punizione, ma come un’opportunità per raccontarsi la giornata e mantenere vivo il dialogo familiare.
Potrebbero essere anche momenti in cui parlare delle potenzialità e dei rischi connessi all’utilizzo dell’Intelligenza artificiale, riflettere insieme sui temi etici connessi e sul futuro sul piano personale e lavorativo.
Quando vostro figlio torna da scuola con i compiti, potete trasformare il momento dello studio in un’opportunità di apprendimento condiviso. Se deve svolgere un tema, per esempio, incoraggiatelo prima a sviluppare le proprie idee su carta. Solo dopo potrà utilizzare l’Intelligenza artificiale come strumento di revisione, chiedendole suggerimenti su come migliorare la struttura del testo o arricchire il vocabolario.
In questo modo, la tecnologia diventa un supporto al processo creativo, non un sostituto.
Per le materie scientifiche, quando vostro figlio incontra difficoltà, invece di cercare immediatamente la soluzione su ChatGPT, invitatelo a spiegare il problema all’Intelligenza artificiale come se stesse parlando con un tutor.
Questo approccio lo aiuta a chiarire i propri dubbi e a sviluppare capacità di comunicazione, mentre riceve spiegazioni personalizzate.
La risposta non è scritta, dipende da noi
La sfida che affrontiamo oggi, come genitori ed educatori, non è proteggere i bambini e i ragazzi dalla tecnologia, ma prepararli a utilizzarla in modo saggio, etico e costruttivo. Il mondo degli adulti deve aiutarli a sviluppare quelle competenze umane che nessuna intelligenza artificiale potrà mai sostituire: il pensiero critico, l’empatia, la creatività e la capacità di costruire relazioni autentiche.
Gli adulti dovranno sviluppare, inoltre, quelle competenze digitali che permetteranno loro di riconoscere quando l’uso della tecnologia potrebbe diventare problematico.
Nessuno ci chiede di essere esperti di tecnologia, ma almeno di possedere una literacy di base che ci permetta di cogliere le opportunità e i rischi e, per dirla con Papa Francesco, ci permetta a “decidere se diventare cibo per algoritmi oppure nutrire di libertà il proprio cuore, senza il quale non si cresce nella sapienza”.
Testi: Angelo Bertolone