Vi sarà capitato di incontrare questo termine: cyberstupidity. Potremmo tradurlo esattamente come stupidità digitale, riportandoci al lavoro di Marc Prensky autore noto, da molti anni, per il concetto di nativi digitali. Se, ormai, possiamo dire che non esistono nativi digitali, ma nati digitali, poiché non possiamo far coincidere all’età anagrafica una competenza univoca nell’accesso e nell’uso dei media digitali, il discorso di Prensky prova a spostare l’attenzione dall’età, appunto, ad un nuovo concetto che etichettiamo come saggio digitale.